Alleluia Post partum, aqui comentada por Tiago Barófio:
Post partum, virgo inviolata permansisti. Dei genitrix, intercede pro nobis (mi plagale - IV modo)
Otto nuovi testi sono stati inseriti sulla melodia originale dell’Alleluia Post partum diffuso in tutta l’Europa latina. Lo iubilus – il melisma su Alleluia – è costituito da due sezioni ripetute con varianti (a a’ b b’), l’ultima delle quali (b’) costituisce il nucleo di una formula che caratterizza il verso con l’innesto DO MI SOL la (inVIOLAta, DEI GENITRIX). La parola chiave e centrale del breve testo è l’espressione teologicamente rilevante (Dei) genitrix con l’ampio melisma (c c d).
La Chiesa nel tempo ha modificato la prospettiva liturgica del 1 gennaio. Memoria della circoncisione di Gesù – il quale proprio con il rito dell’uso ebraico s’inserisce pienamente in quella tradizione –, il primo giorno dell’anno è stato scelto anche per rinnovare la fede in Cristo con un distacco netto e definitivo dalle abitudini idolatriche pagane. Oggi è stata ricuperata la celebrazione di Maria, venerata quale madre di D-i-o.
Molteplici vicende storiche e varie riflessioni teologiche hanno portato a ingigantire la presenza della vergine Maria nell’economia della salvezza e nella vita della Chiesa. Nel mondo latino ciò è successo quale conseguenza di un’atrofizzata sensibilità pneumatologica che ha finito per riversare sulla “figlia di Sion” aspetti che in primo luogo caratterizzano lo Spirito santo. In queste vicende hanno pesato due fatti non trascurabili.
1] La dimensione femminile: essa segna non solo la struttura umana, ma è intrinseca alla natura stessa di D-i-o il quale non può essere ridotto a un prototipo maschile e, tanto meno, maschilista. Sarebbe un’ennesima caricatura e svierebbe dalla ricerca e dall’incontro con D-i-o.
2] “S/spirito” nelle lingue semitiche è un sostantivo femminile. Fatto non trascurabile, anche perché facilita la comprensione della dimensione materna di D-i-o, come insegnano i Padri delle Chiese orientali, in primis quelli della tradizione siriaca.
Chiarito questo punto nodale, momento necessario per evitare malintesi e il rischio di incorrere in aberranti forme di idolatria e di superstizione, ascoltiamo il cantore e quanto egli proclama a nome della Chiesa. Maria è presentata dall’evangelista san Luca come una ragazza spensierata d’Israel. Svolge le sue funzioni sociali come figlia nella casa paterna e aspetta di conoscere un uomo e divenire madre. Non ha grilli per la testa, non si pavoneggia per le proprie doti, non ha pretese. Osserva, ascolta, attende. Vive lo sbigottimento quando le parole di un messaggero la intontiscono. “Non può essere… Non può essere vero…”. Non recalcitra, non fugge, non rifiuta. Ascolta l’angelo, ascolta la voce del proprio cuore. “Sì, avvenga in me secondo la tua parola”.
Ciò che la creatura non può immaginare, quanto non é umanamente possibile, è compiuto dallo Spirito di D-i-o. Vergine, rimane inviolata, integra in tutto il suo essere. Corpo e spirito sono il tempio che accoglie il Figlio di D-i-o. Ante et Post partum, virgo inviolata permansisti.
All’inizio di un nuovo anno, tutti gli anni, la Chiesa suggerisce di affidarci all’intercessione di Maria. Lei sola può accompagnarci nella sequela di Cristo suggerendoci i passi da compiere per scovare spazi di solitudine orante dove possiamo ascoltare la voce di D-i-o. Alla scuola di Maria anche noi, se non siamo ancora capaci, dobbiamo imparare ad accogliere la Parola senza recalcitrare, senza fuggire, senza rifiutarla. Allora anche nel nostro cuore nascerà il Figlio di D-i-o. Con Maria faremo l’esperienza della vita in Cristo e saremo meglio disposti ad affrontare il cammino, forse impervio e spesso sconosciuto, di un nuovo anno. Dei genitrix, intercede pro nobis.
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