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domingo, 13 de setembro de 2015

Antífona de Vésperas: «Cantai ao Senhor um cântico novo»

A antífona gregoriana Cantate Domino canticum novum laus eius ab extremis terrae para as Vésperas da 2ª feira depois do dia 16 de Dezembro no Advento e para a 2ª feira da 4ª semana do Saltério foi agora traduzida literalmente para Português e editada em pelo nosso amigo Felipe Gomes de Souza das Minas Gerais.

O cântico original em Latim encontra-se no Graduale Simplex e no Antiphonale Romanum, e esta nova versão em língua portuguesa é muito simples e fácil de se cantar. Descarregai o PDF e ensaiai com o MP3!

Cantai ao Senhor um cântico novo:
o seu louvor chegue dos extremos da terra! (Isaías 42,10)
V. Glória ao Pai e ao Filho e ao Espírito Santo, +
Como era no princípio e agora e sempre, *
E pelos séculos dos séculos. Amém.


Isto e muito mais na nossa colecção de cânticos gregorianos transcritos para o vernáculo de Camões, disponível através das Folhas do Google.

domingo, 7 de dezembro de 2014

Música própria do 10º Domingo do Tempo Comum / Hebdomada décima per annum

Clicai e vêde.
Intróito Dóminus illuminátio comentado por Tiago Barófio:
Questo introito in re plagale (II modo) ha in comune due importanti sezioni con due altri canti d’ingresso dello stesso modo. La parola iniziale Dominus è identica a Dominus fortitudo, mentre la conclusione infirmati sunt et ceciderunt ricalca la finale del primo introito di Natale Dominus dixit ... ego hodie genui te (con variante anche in Dominus fortitudo ... hereditati ... usque in saeculum). 
Dominus illuminatio è l’unico introito di II modo che presenta al suo interno una domanda, anzi due nel caso specifico. La prima domanda “quem timebo?” non ha avuto un riflesso sulla musica. Probabilmente si è preferito dare all’edificio melodico quell’impronta armonica che prevede in molti casi un’unica conclusione cadenzale alla fine della prima e dell’ultima frase delle composizioni gregoriane. La seconda domanda, al contrario, ha una rilevanza musicale espressa dalla sospensione melodica “a quo trepidabo?” fa-sol-la. 
L’impianto modale del re plagale è annunciato con chiarezza dalla formula iniziale con l’inizio dal la grave la-do-re e la sottolineatura della tonica re re-mi-re (cfr. gli introiti Cibavit, Dominus fortitudo, Ecce advenit, Laetetur cor, Veni et ostende). Un inizio ritardato dal la grave si ha in altri casi in cui la melodia parte dalla tonica re (Multae tribulationes, Terribilis est locus, Vultum tuum). 
Nelle tre frasi dell’introito si nota una progressione melodica all’apertura delle prime due: la-do-re e re-fa-sol, quest’ultima ripetuta all’inizio della terza frase. La melodia insiste sempre sul fa, elevandosi al sol nella parte centrale, nella saldatura tra II e III frase, per preparare l’apice melodico su qui tribulant quando si raggiunge il si bemolle acuto. 
Le parole del salmo 26, 1-2 esprimono una serena confessione di fede vissuta in una profonda serenità. Una leggerezza dello spirito – messa in evidenza dai frequenti gruppi strofici – che esprime un’esperienza vissuta dal cantore. La salmodia che s’intercala all’antifona d’introito (sal 26, 3), parla esplicitamente di momenti negativi quando un pericolo oppressivo incombeva quasi fosse un intero esercito. Pericolo che probabilmente si presenterà di nuovo senza tuttavia provocare panico e smarrimento. “Il mio cuore non temerà” non è altro se non la risposta alla Parola ripetuta da D-i-o nella storia d’Israel e nelle vicende quotidiane dei singoli individui “Non temere, IO sono con te” (chi può ripercorra le pagine della cantata di J. S. Bach “Fürchte dich nicht, ICH bin bei dir”).
Nel canto del coro gregoriano emergono le vibrazioni di un’esperienza vissuta che supera le emozioni superficiali provocate da una semplice lettura che lascia distaccati. Un conto è prendere atto che D-i-o illumina gli uomini, ben diverso è percepire nella propria esistenza il dirompere della luce che scandaglia tutta la persona sino negli angoli più reconditi. D-i-o è vissuto allora come presenza che cambia tutta la vita, è salvezza (libertà, direbbe M. Buber), presenza costante e protettrice che suggerisce la prima reazione di fronte alle angustie “quem timebo?”. Chi e cosa devo temere? In fin dei conti D-i-o si è rivelato una o più volte come il “defensor vitae meae”, difesa della mia vita, Egli “dà forza” e rende salda la mia vita, “a quo trepidabo?”. Di chi e di che cosa devo aver paura? Il superamento delle insidie e dei nemici, com’è avvenuto nel passato segnerà anche la mia e la nostra vita in futuro.

O ofertório é o Illumina oculos meos, Ilumina os meus olhos, para que eu nunca adormeça na morte, e que nunca diga o meu inimigo: "Prevaleci contra ele". Partitura em PDF no Offertoriale Restitutum cum versiculis.

Interpretação gregoriana de Estêvão Olbash e suas vozes:




Versão polifónica de Estêvão Lopes de Morago, pelo Ensemble Sé de Angra:




Outra versão polifónica de Pêro de Gambôa, pela Capella do Rio Douro:

Música própria do 12º Domingo do Tempo Comum / Hebdomada duodecima per annum

Partituras:
Próprio autêntico completo PDF

Intróito Dóminus fortitúdo plébis súae, aqui cantado pelo Pedro Emanuel Desmazeiros:

O Senhor é a fortaleza da sua plebe, e é protector dos [que são] saudáveis [por causa] do seu Cristo: faze salvo o teu pôvo, Senhor, e bendize a tua herança, e rege-os até ao século. Sal. A Ti, Senhor, clamarei, meu Deus não te silencies perante mim: nunca te cales para mim, e serei assimila do aos que descem ao lago.



E aqui comentado por Tiago Barófio:

Clicai e vêde.
Il salmo 27, 8-9 fornisce al canto uno dei testi più estesi degli introiti in re plagale (II modo). Dal la grave s’innesta una frequente formula d’intonazione (la-do-re re) come pure la cadenza finale sul re amplifica leggermente una tradizionale formula conclusiva per dare voce alle sei sillabe con cui termina il pezzo (usque in saeculum). L’apertura iniziale è ripetuta due volte (salvum, populum), mentre al la grave la melodia scende anche due volte (sui est, salvum fac). Pur raggiungendo all’acuto il sol, la nota principale rimane il fa che funge da reale dominante e, a tratti, da corda di recita. L’insistenza sul fa conferisce all’introito una valenza meditativa e invita ad un confronto con l’esperienza del salmista.
Il testo è una confessione di fede e volge lo sguardo su due scenari complementari, indissolubilmente collegati tra di loro. All’orizzonte della storia si stagliano due realtà: la comunità del popolo di D-i-o (plebs, populus, hereditas) e l’unto del Signore (Christus). I molti e il solo individuo non si contrappongono: sono i due aspetti dell’unica eredità di D-i-o. Egli forma e raccoglie intorno a sé la sua famiglia e non si limita a uno sguardo svogliato che non va oltre una massa anonima. D-i-o ha un occhio di predilezione per ciascuno, e soltanto così ama veramente tutti. L’individuo è solo, ma non scompare come un pulviscolo senza forma; scopre la propria dignità in quanto membro di una comunità sociale ed ecclesiale costruita vivis ex lapidibus.
La parola chiave è quel Christus che il salmista contempla quale unto di D-i-o (Christi sui). Il cantore è invitato a scolpire nel cuore quella parola su cui la melodia s’attarda per meglio interiorizzare l’esperienza davidica. L’unto è in primo luogo Gesù Cristo, re e sacerdote e profeta. Ma unto è anche il cantore che oggi avverte la propria responsabilità battesimale di vivere e testimoniare la propria vocazione e regale e sacerdotale e profetica. Vocazione e missione regale nel rivelare la supremazia e la potenza dell’amore dono dello Spirito; sacerdotale nell’essere e divenire – in modo sempre più trasparente – mediatore non solo tra D-i-o e l’assemblea orante, ma anche tra la comunità e il Padre delle misericordie; profetica nel gridare con la vita, esprimere con il silenzio, cantare con il cuore e la voce che D-i-o è Padre del Signore nostro Gesù Cristo nel vincolo dello Spirito santo.
Progetto ambizioso? No. È semplicemente la conseguenza di aver accolto il dono di D-i-o nel battesimo e nelle infinite situazioni che si sono moltiplicate in seguito, spesso senza che ce ne accorgessimo e le prendessimo sul serio. Progetto impossibile da realizzare? Certo. Ma non siamo noi i protagonisti della storia. Non siamo noi che dobbiamo mostrare i muscoli e attribuirci chissà quale virtù taumaturgica. Il progetto è di D-i-o. Noi siamo chiamati a collaborare con Lui. Cominciamo a riconoscere che Lui solo è la forza, il rifugio e la salvezza, la nostra benedizione e guida. Al momento opportuno vedremo che cosa è necessario realizzare. Illuminati e confortati dallo Spirito avremo anche il coraggio di agire.
Te Christum solum novimus / te mente pura et simplici / rogare curvato genu / flendo et canendo discimus (dall’inno Nox et tenebrae et nubila).

Gradual Responsorial Convertere Domine cantado pelo eslovaco:




Salmo Responsorial em Português em Canto Gregoriano Simples para o Ano B Dai graças ao Senhor, porque é eterna a sua misericórdia (PDF) da autoria do nosso amigo Ricardo Marcelo de Lisboa.




Alleluia In te Dómine speráui, aqui cantado pelo Pedro Emanuel Desmazeiros:

Em ti, Senhor, esperei: não serei confundido na eternidade: na tua justiça liberta-me, e resgata-me: inclina para mim a tua orelha, acelera para que me resgates.




Comunhão Circuíbo et immolábo, aqui cantado pelo Pedro francês:

Circularei e imolarei no tabernáculo d'Êle a hóstia da jubilação: cantarei, e direi o Salmo ao Senhor.




No Domingo do Ano C, Qui vult veníre, aqui cantada pelo Pedro Emanuel Desmazeiros:

Quem quiser vir após Mim, abnegue-se a si mesmo: e carregue a sua cruz, e siga-Me.






Fontes e gravação c2019-6-22:
ĩt. Dominus fortitudo plebis http://pemdatabase.eu/image/61257
ky. http://pemdatabase.eu/image/4500
gl. http://pemdatabase.eu/image/11612
of. Perfice gressus http://pemdatabase.eu/musical-item/90982
sã. = ky.
ag. http://pemdatabase.eu/image/4501
cõ. http://pemdatabase.eu/musical-item/46564
hỹ. Pãge lĩgua gloriosi
ãt. Salve Regĩa http://divinicultussanctitatem.blogspot.pt/2011/09/santa-missa-cantada-ao-domingo.html

Música própria do 20º Domingo do Tempo Comum / Hebdomada vigésima per annum

Partituras:
Próprio autêntico completo (PDF)
Ofertório autêntico com versículos (PDF)

Intróito Protector noster , cantado por Pedro francês.

Protector nosso, olha, Deus, e considera a face do teu Cristo: porque melhor é [estar] um dia nos teus átrios, do que [possuir] milhares.





Comentário de Tiago Barófio:
Clicai e vêde melhor.
L’introito Protector noster ha varie sezioni in comune con Salus populi, un altro introito in mi di IV modo, che si canta nella XXV domenica. Nel canto odierno quattro apici musicali (do) sottolineano altrettante espressioni con un procedimento a chiasmo dovuto alla nota di partenza dell’arco melodico. La parole aspice e millia si cantano con uno slancio iniziale dal re grave; Christi (con abbellimento del do toccando il re) e dies una partendo dal fa. Un effetto particolare si trova nell’inciso quia melior est che raccorda le due frasi principali alterando con il si bemolle il nucleo sol-la-si-la, appena cantato con il si naturale (tui).
Il testo riprende alcuni stralci da un canto di pellegrini pieno di nostalgia (sal 84, 10.11 + 2 nella salmodia): “Quanto sono amabili le Tue dimore (v. 2), l’anima mia languisce e brama gli atri del Signore (v. 3), il nido presso i tuoi altari (v. 4), beato chi abita la Tua casa sempre canta le Tue lodi (v. 5), un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove (v. 11), stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende degli empi (v. 11)”. È un serrato accumularsi di espressioni traboccanti senza sosta da un cuore “ubriaco” di D-i-o.
Il pellegrino “trova in Lui la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (v. 6). Viaggio difficile, pieno di incognite. La valle arida (con Eugenio Zolli è da preferirsi a “valle del pianto”) si trasforma in una sorgente (v. 7) che tonifica il pellegrino, infondendogli le energie necessarie all’incontro finale del viaggio.
Il verso 10 rivela il volto del pellegrino: è il consacrato da D-i-o, l’Unto di D-i-o, il Messia, Cristo Gesù secondo la tradizione cristiana che si riflette anche nella versione italiana. Tutto vero, senza tuttavia escludere quanti nel battesimo sono stati unti con il crisma, resi così partecipi della sua profezia e della sua regalità e del suo sacerdozio. In Cristo il Padre contempla il Figlio delle sue delizie. In Cristo il Padre contempla tutti i suoi figli adottivi. Figli se non rinunciano alla vita divina che si raggiunge attraverso il discepolato incondizionato al Servo di D-i-o, l’Agnello senza macchia, il Crocifisso e Risorto. Vita divina che dà un sua propria impronta all’esistenza quotidiana con la ovvia e naturale conseguenza. Fino a quando, finalmente, per ciascuno di noi davvero un giorno in preghiera in un oratorio è più che mille altrove, stare sulla soglia di una chiesa è meglio che abitare nei palazzi del potere. 
“Il Signore non rifiuta il bene a chi cammina e vive con rettitudine” (v. 12). In questa prospettiva il cantore non deve preoccuparsi di che cosa canta e come canta. Cercare prima il Regno. Il resto è un di più che verrà donato a suo tempo e nella misura adeguata alle condizioni di ciascuno. Ammesso che le mediazioni umane non siano rapaci e tolgano ai poveri ciò che loro spetta, defraudando gli ultimi e offendendo D-i-o. 
Nel suo impegno corale e nella vita di ogni giorno, il cantore è pertanto chiamato a testimoniare la fedeltà di D-i-o. Con la pace che deriva dall’abbandono alla divina Provvidenza. “Beato l’uomo che in Te confida” (v. 13).

Alleluia Venite, por Pedro francês.

Vinde, exultemos no Senhor, jubilemos em Deus, salvador nosso.




Ofertório Immitet, cantado pelo Pedro francês:

Enviará o anjo do Senhor à volta dos tementes d'Ele, e resgatá-los-á: degustai e vêde, porque suave é o Senhor.
V.1 Bendirei o Senhor em todo o tempo: sempre o louvor d'Ele [estará] na minha boca.
V.2 No Senhor será louvada a minha alma: ouçam os mansos e alegrem-se. Engradecei o Senhor comigo, e exaltemos o nome d'Ele à vez.

V.3 Acedei-Lhe e sereis iluminados, e os vossos vultos não corarão. Êste pobre clamou e o Senhor ouviu-o, e de todas as suas tribulações o livrou.




Comunhão Primum quaerite, pelo Pedro francês:

Primeiro buscai o reino de Deus, e tudo vos acrescentará, diz o Senhor.




Comunhão no Domingo do ano A, Domus mea, por Pedro francês:

A minha casa, casa de oração se chama, diz o Senhor: nela, todo o que pede recebe: e todo o que procura encontra, e aos que batem será aberto.



Comentário de Tiago Barófio a esta comunhão (PDF).

Partituras e gravação de 18-8-2018:
ĩt. Protector noster http://pemdatabase.eu/musical-item/44850
ky. http://pemdatabase.eu/image/4500
gl. http://pemdatabase.eu/image/11612
gr. Protector noster http://pemdatabase.eu/musical-item/44851 & http://pemdatabase.eu/musical-item/44852
al. Caro mea http://pemdatabase.eu/image/1380
of. Immitet angelus http://pemdatabase.eu/musical-item/44853
sã. = ky.
ag. http://pemdatabase.eu/image/4501
cõ. Qui manducat carnem meam http://pemdatabase.eu/image/39331 & http://pemdatabase.eu/image/34871
hỹ. Pange lingua
ãt. Salve Regina http://divinicultussanctitatem.blogspot.pt/2011/09/santa-missa-cantada-ao-domingo.html

segunda-feira, 13 de outubro de 2014

Cânticos próprios da 1ª Semana do Tempo Comum / Hebdomada Prima

Estes cânticos servem para as Missas feriais, uma vez que no Domingo habitualmente celebra-se o Baptismo do Senhor.

Partituras:
  • Próprio autêntico (PDF)
  • Ofertório autêntico com versículos (PDF)

Intróito In excelso throno, aqui comentado por Tiago Barófio:

L’inizio dell’anno sociale coincide all’incirca con l’inizio del tempo liturgico ordinario. Oggi la visione apocalittica riverbera un’eco delle celebrazioni natalizie ed epifaniche. Una folla di angeli – sottolineata dal culmine melodico dell’introito – canta unanime l’Uomo, il cui dominio è eterno. L’intreccio di citazioni profetiche (Daniele e Isaia) non dimentica la creatura. Attonita essa s’affaccia sulla scena e scopre il cammino aperto davanti a sé: è tracciato dai versi iniziali del salmo 99 cantati nell’alleluia e nell’offertorio.
Tutta la terra è chiamata a manifestare la propria gioia in un impegno di servizio vissuto con leggerezza, con la letizia zampillante dalla libertà e dalla riconoscenza per aver scoperto la via della vita (salmo 15, 11 antifona di comunione).
Sono questi – il canto di lode a D-i-o e la vocazione-missione realizzata nella gioia – i temi centrali che i canti del Proprium Missae ribadiscono più volte in questa settimana. Si tratta di gettare le fondamenta di un arco che s’innalza verso il cielo e troverà il suo culmine nel Triduo pasquale per poi scendere dolcemente nei mesi estivi e autunnali verso la conclusione dell’anno liturgico. Arcata ampia che si costruisce attraverso la successione di tanti brevi tratti in salita e discesa, momenti di gioia e spazi divorati dall’incertezza, dalla paura, dal fallimento.
Adimplebis me laetitia cum vultu tuo canta di nuovo il salmo 15 alla comunione: ci scuote e allontana l’ombra di gelide tristezze, mette in primo piano il sorriso di Gesù verso i pastori e i Magi, lo sguardo umile del Battezzato nelle acque del Giordano, gli occhi solidali e illuminanti che accompagnano il gesto inaudito che fa di un poco d’acqua botti di generoso vino inebriante. I magnalia compiuti da D-i-o nella storia d’Israel e dei poveri (salmo 71 del responsorio graduale) sono l’anticipo dei gesti – spesso nascosti e ovvi, talora sconvolgenti e inauditi – che lo stesso D-i-o compie anche oggi. Ma per vederli occorre lo sguardo della fede e la semplicità dei piccini. Occorre la radicazione in un'allenza con D-i-o, in forza della quale si squarciano le nubi e nella luce di mille arcobaleni si ode, si vede, si tocca con mano, si conosce...
Notas mihi fecisti vias tuas è sempre il salmo 15: ci invita a rientrare in noi stessi per poi volgere l’attenzione ai tanti segni della Presenza che sempre ci accompagna, discreta e vigile. Tu sei il D-i-o che fa meraviglie, risuona l'eco del salmo 76, 15. Nome che ci precede e che ci segue ovunque. Il D-i-o fatto Uomo ci tiene per mano affinché negli scivoloni non abbiamo a rimanere per terra (salmo 36, 24).
È indicativo che vedendoci muovere i primi passi nel tempo ordinario, la Chiesa metta nel cuore della famiglia liturgica questa preghiera: Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza (in latino convalescant) di compiere ciò che ha veduto.
Vedere e ricordare le opere di D-i-o per scoprire gli atteggiamenti veri da assumere, noi suoi figli, e le azioni da compiere. In un gesto creativo di totale gratuità. Durante un anno di “convalescenza”, nel ricuperare ogni giorno, anche in quello più “ordinario”, la dignità creaturale e battesimale. In excelso throno...

Alleluia Iubiláte Deo omnis terra comentada por Tiago Barófio:
Iubilate Deo omnis terra, servite Domino in laetitia (sal 99, 1) (mi autentico - III modo)

La melodia di questo Alleluia è originale e presenta due archi che dal mi (re) raggiungono il do acuto con un movimento a intreccio si-do-la si-sol sol-mi invece della discesa lineare do si la sol mi. Una variante si ritrova alla fine si-do-si la-si-la sol-la-sol-mi (“laetitia”). Il culmine melodico sottolinea l’interlocutore cui si rivolgono il salmista ieri e oggi il cantore: “omnis terra”.
All’inizio del tempo ordinario a metà gennaio, proprio questo anno l’attenzione è galvanizzata da eventi terrificanti e immagini laceranti. Sembra che il Male stia preparando una offensiva senza precedenti con picchi di crudeltà cinica da Parigi all’Africa centrale e oltre. Si fa un gran parlare di diversità tra culture e religioni, come se l’ambiente sociale umano fosse ridotto a uno zoo con diverse specie di sanguinari animali selvaggi. Ciascuna attenta soltanto alle proprie necessità, per soddisfare le quali si impone l’annientamento degli avversari. 
Tutto avviene intorno al Natale, il giorno in cui dovremmo trovare nel nostro cuore un barlume di luce che ravviva la vita, permette di scoprire sul volto del prossimo il sorriso di un fratello e di una sorella. Sì, tutti fratelli perché figli di un unico Padre, lo si chiami pure con molteplici nomi. 
È facile accusare gli altri. Ci si dimentica che probabilmente, al loro posto, avremmo fatto le stesse iniquità, ci saremmo forse comportati peggio. Ci dimentichiamo che eventi straordinari sono l’esito di atteggiamenti irrilevanti. Chiudiamo un occhio o entrambi nel concederci piccoli gesti illegali (“intanto non danneggiamo nessuno”). Tolleriamo minime infrazioni compiute in nome di una illusoria furbizia, soprattutto per non sfigurare di fronte ai maestri del nulla. Alla fine abbiamo l’ardire spudorato di ergerci a giudici implacabili nei confronti di quanti non abbiamo aiutato, forse dopo averli sfruttati. È difficile, ma non impossibile, tirarsi fuori dalla corrente vorticosa della corruzione, della violenza verbale e fisica, dell’inganno e dell’oppressione del prossimo. È difficile, soprattutto quando si è eretto a nostra difesa un alto muro che ci separa e ci nasconde da D-i-o e dal Vangelo. Senza bussola si rischia di perdere l’orientamento e di fare le scelte sbagliate di un giorno, di una vita.
Ciò nonostante il cantore non demorde e si sforza di far giungere a tutti noi un messaggio, le parole iniziali del salmo 99. Se potessimo soltanto trovare la forza di dargli fiducia, almeno una volta.
Servite Domino in laetitia”. La prima cosa che ci viene chiesta è di metterci a servizio del Signore. Cosa che appare difficile, anzi assurda. Noi servi che dobbiamo dipendere da qualcuno rodendoci il fegato per il resto dell’esistenza? Purtroppo sbagliamo proprio nella partenza perché applichiamo a D-i-o la dinamica della convivenza umana, spesso ambigua, oppressiva. Occorre, al contrario, stabilire una relazione giusta con D-i-o e cercare poi di applicare questa nuova dinamica alle relazioni umane. Servire D-i-o non getta in una condizione di schiavitù, bensì dona alla persona la libertà propria dei figli. Osservare la Legge di D-i-o impone certamente un cambiamento di rotta, ma aiuta a ricuperare il meglio di noi stessi e degli altri. La disciplina del Vangelo non limita le potenzialità personali, anzi dilata cuore e mente, spalanca le porte verso la pace e la letizia.
Questa è la premessa che rende possibile realizzare l’invito “Iubilate Deo omnis terra”. Tutta la terra, nessuno escluso.

Comunhão Notas mihi fecisti vias vitae, aqui comentada por Bruder Jakob:
Sotto il profilo modale è uno dei canti più interessanti di tutto il repertorio gregoriano. Sono state infatti individuate nelle fonti medievali quattro valutazioni che assegnano l’antifona rispettivamente al re autentico (recensione con finale do ripresa nel Graduale Novum), al mi plagale, al fa autentico e al sol autentico (come nel Graduale Romanum del 1908 e nelle successive ristampe, compreso il Graduale Triplex).
La melodia in VII modo alla fine delle singole sezioni cadenza sul si e sulla tonica sol; entrambe queste note sono raggiunte alla fine di un arco melodico; tranne il segmento iniziale che scende dal mi al si. La presenza eccezionale del culmine melodico all’inizio del canto (mi) e la ripetizione “ossessiva” per quattro volte sul motivo mi-re fanno capire l’importanza dell’inciso “Notas mihi fecisti”, la cui forza va sostenuta con l’esecuzione assai articolata di tutte le note, anche per evitare una sequenza di suoni che altrimenti risulterebbero pesanti e senza senso.
Ci troviamo all’inizio dell’anno civile, nella prima settimana del tempo ordinario dell’anno liturgico. L’antifona sembra quasi la risposta all’implorazione accorata rivolta a D-i-o nella prima domenica d’avvento con le parole del salmo (24, 4). “Vias tuas, Domine, demonstra mihi; et semitas tuas edoce me” si è cantato con la salmodia dell’introito e con il verso del responsorio graduale.
Nell’evento natalizio si è contemplato il volto di D-i-o nel Logos fatto carne, divenuto un Bimbo che sorride e infonde letizia. Il Bimbo con lo sguardo e le manine trasmette dei segnali inequivocabili che tracciano il suo e nostro itinerario verso la Risurrezione e la Pentecoste, passando dal Tabor.
Si apre davanti a ciascuno un groviglio di vie e di indicazioni, talora contraddittorie, alcune fuorvianti; conducono in precipizi o si bloccano in vicoli ciechi. È difficile la scelta, tanto più che la curiosità, innata e spesso presuntuosa, sollecita a fare tentativi nell’illusoria certezza che “se va male, si ritorna indietro” (il che non è affatto vero. Ogni possibile ritorno non riconduce al punto di partenza, ma ad altri incroci).
Groviglio di vie, molteplici opportunità, richiami taciti e assordanti. Alcuni si scoraggiano. Si lasciano trascinare passivamente dalla corrente più forte, quella che sembra la più sicura, forse per infrangersi dopo poco in maniera fragorosa e disastrosa.
Notas mihi fecisti vias vitae” intona la voce del cantore. Incerto forse sulle proprie esperienze, egli pone tutta la fiducia nell’esperienza del salmista, nell’esperienza della Chiesa peregrinante, nei gesti sacerdotali, profetici e regali di Cristo. “La pietra scartata dai costruttori, è divenuta testata d’angolo”. Il Bimbo fragile del presepio è la roccia sicura su cui si può costruire una dimora salda capace di resistere a ogni bufera. Il Maestro itinerante, presente in tante comunità accoglienti e altre diffidenti e ostili, non solo ha pronunciato parole di verità, Egli è “la via, la verità, la vita”.
Come Maria a Betania, così il cantore ogni giorno si mette ai piedi di Gesù. Attraverso le pagine evangeliche il Verbo si fa presente, apre il cuore, condivide la sua missione, infonde nuova linfa alla vita. L’esperienza grazie al canto risuona in altri cuori, apre orizzonti di speranza. Si dischiude la via di un nuovo anno. Nel segno di Cristo salvatore.

domingo, 2 de março de 2014

Cânticos para o 8º Domingo do Tempo Comum / Hebdomada VIII per annum

Ofertório Dómine convértere. Este ofertório calha a ser bastante simples e é uma boa forma de introduzirdes a vossa capella ao canto deste momento litúrgico. Aqui cantado pelo eslovaco:


 
Fontes e gravação de c2019-3-2:
ĩt. Factus est Dominus http://pemdatabase.eu/musical-item/6074 & http://pemdatabase.eu/musical-item/45104
of. Domine convertere http://pemdatabase.eu/musical-item/44882 & v. Domine ne in ira http://pemdatabase.eu/image/34921
cõ. Cantabo http://pemdatabase.eu/musical-item/14401
hỹ. Tantum ergo
ãt. Ave Regina celorum http://divinicultussanctitatem.blogspot.pt/2011/09/santa-missa-cantada-ao-domingo.html

domingo, 9 de fevereiro de 2014

Introdução ao Canto Gregoriano, por Tiago Barófio

Programa semanal do 5º canal da Rádio Vaticana. Domingos às 21h30, hora de Roma, por um conhecido gregorianista italiano.


1º episódio, 1-2-2014
Ad Te Levavi - Porquê o gregoriano - A Palavra
- Do ministério do cantor litúrgico.
- Intróito Ad te levavi, da Missa do 1º Domingo do Advento
- Responsório Aspiciens a longe, das matinas do 1º Domingo do Advento
- Comunhão In splendoribus, da Missa do Galo




2º episódio, 11-2-2014
Nas origens do canto litúrgico - Cantilenação silábica - Salmodia
- O canto gregoriano é monódico? Parafonistas do 1º milénio.
- Caudas do intróito Ad te levavi
- A proclamação de Leituras (Toni Lectionum)
- A genealogia de Cristo
- Antífona Pueri hebraeorum, da Missa do Domingo de Ramos

 


3º episódio, 18-2-2014
Tradição e transmissão - O Canto Benaventano, Romano, Ambrosiano
- Kyrie do Ofício de Trevas, de tradição hebraica.
- Ofertório Angelus Domini em várias tradições
- Técnica vocal e transmissão geracional
- Transitório ambrosiano Te laudamus
- Laus magna angelorum / Gloria IV ad lib. more ambrosiano




4º episódio, 25-2-2014
Espaço e tempo par cantar - Antífonas
- Antífonas da Liturgia das Horas: chave cristológica dos salmos
- Semelhança entre Ex Egypto, Sion noli timere, & Querite Dominum.
- O b-mole
- Salmodia: asterisco e hemistíquios, entoação, tenor ou corda de recitação, cadência mediana, tenor, cadência final
- Canto facilitador da oração. Monotonia. Tonus peregrinus.
Conserva me Domine
- O quando in cruce, de Ravena
- O beata infantia




5º episódio, 4-3-2014
Acolhimento da Palavra - Responsórios
- Responsório: Reacção da Igreja a uma Leitura
- Estrutura do responsório: responso, verso, repetenda.
- Videbant omnes Stephanum
- Dum complerentur die Pentecostes
- Repleti sunt cordes
- Historiae, Officium rythmici




6º episódio, 11-3-2014
Fé + Fantasia = Poesia; Hinos
- Hinodia: origem ambrosiana, propagação benedictina
- Poesia contra a heresia, incentivo à conversão
- Hinos Veni redemptor gentium, Christe redemptor omnium, e Ut queant laxis, com que Guido d'Arezzo fundou o solfejo.
- As necessidades dos cantores: físicas e espirituais
- Hino paratérico: Unica spes hominum. O ritornelo processional.



7º episódio, 18-3-2014
Culmen et fons - Missa, Intróito e Comunhão
- A fé é o acolhimento da Palavra de Deus e a correspondência à vontade de Deus realizada nos pequenos actos da vida quotidiana. Só depois, no canto.
- Puer natus est, da Missa do Dia de Natal.
- Ecce advenit Dominator Dominus, da Missa da Epifania.
- O intróito canta-se na procissão desde a sacristia até ao altar, e por isso tem duração variável, em função das dimensões do templo, a velocidade dos celebrantes. Alternam-se antífona e versículos em número necessário para preencher o tempo do trajecto. No final, doxologia conclusiva do intróito: Gloria Patri.
Viri galilaei, da Missa da Ascensão. As novas edições, mais críticas.
- Comunhão: também processional.
Ecce virgo concipiet, da Missa do último Domingo do Advento.
- Cantate Domino, alleluia, da Missa da 3ª semana da Páscoa.




8º episódio, 25-3-2014
Centralidade da Palavra - Missa, Responsório Gradual
- Etimologia e espiritualidade do gradual responsorial.
- Universi qui te expectant, gradual do 1º Domingo do Advento.
- Christus factus est, gradual da Celebração da Paixão e responsório de Laudes do Tríduo Sacro.




9º episódio, 2-4-2014
A vida explode, o coração grita - Missa, Alleluia
- Etimologia e espiritualidade: Louvai a Deus!
- Estrutura: sílabas iniciais e melisma vocalizo final "jubilus"
- Particularidades das formas milanesas e hispânicas
- Al. Dies sanctificatus, da Missa do Dia de Natal
- Al. Pascha nostrum da Missa do Dia do Domingo de Páscoa
- Aleluia "tropado": Al. Eripe me, da 16ª semana do t.c.
- Aleluia escondido na Quaresma e substituído pelo Tracto




10º episódio, 8-4-2014
Recuperar o indizível - Missa, Tropos e Seqüências
- A sequência, originada no jubilus aleluiático, prolonga-o, com extraordinária mestria poética, teológica e espiritual.
- Poetas ilustres de São Galo. Seq. Sancti Spiritus por Notker.
- Adão de Paris. Os tropos na Reforma de Trento.
- Seq. Dies nobis laetabundus
- Espiritualidade do Kyrie eleison. Kyrie fons bonitatis.




11º episódio, 15-4-2014
A vida entra na liturgia, e a liturgia reaviva a vida - Cantos do Ordinário
- Kyrie cum jubilo. Os títulos dos ordinários
- Gloria in excelsis de origem ambrosiana
- Sanctus IX. Agnus Dei XVIII. Credo IV, canto frato.




12º episódio, 23-4-2014
Doar a minha pessoa antes de oferecer outras coisas - Missa, Ofertório
- O Ofertório é um canto responsorial, com pelo menos 2 versículos.
- Heterogeneidade nas repetendas. Origem histórica.
- Precatus est Moyses, ofert. do 18º Domº do T.C..
- Jubilate Deo universa terra, ofert. do 5º Domº da Páscoa.
- Anonimato. Influxo sírio. Canto-oração-caridade. Artur Bento Miguel-Ângelo.





Un pensiero di GIACOMO BAROFFIO per i VENTI ANNI DALLA MORTE DI ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI (CG = Canto Gregoriano; ABM = Arturo Benedetti Michelangeli)

Dall’inizio degli anni ’80 – quando sono stato catapultato a Roma per insegnare canto gregoriano al PIMS – spesso mi è stato chiesto: “Quale disco mi consiglia di ascoltare per imparare a eseguire bene il CG?”.

La prima volta sono stato un po’ disorientato e ho iniziato a passare mentalmente in rassegna varie incisioni: Decca, Archiv … Ma presto ho voltato pagina e senza hesitation ho detto, ed è quanto ho in seguito sempre ripetuto e dico ancora oggi: “Per imparare a cantare il CG, il miglior maestro in assoluto è Arturo Benedetti Michelangeli!”. “Ma non è un pianista?”. “Che cosa importa? Imparate da lui il fraseggio, il senso che dà alla frase nella sua unità, il peso specifico che attribuisce a ogni singola nota. Basta ascoltare quando suona dei segmenti, anche brevi, di una scala. Le singole note sono tutte diverse l’una dalle altre. Esprimono una dinamica che è vita”.

All’inizio degli anni ’90 ho avuto una conferma della mia opinione. Parlando di CG e di ABM, il M° Facchinetti di Brescia mi ha rivelato quanto fino allora non sapevo. ABM gli aveva confidato una volta che amava il CG e si era ispirato al repertorio liturgico sino dalla sua giovinezza.

Il problema dell’interpretazione musicale è assai delicato. Ai dattilografi della tastiera – che macinano il massimo numero di note nel minor tempo possibile - e ai funamboli della voce – che volteggiano nei melismi impacciati in una grande confusione che annulla ogni armonia di movimento – ricordo che le note sono l’elemento necessario sì, ma totalmente insufficiente per creare la musica.
Senza un atto creativo dello spirito umano, animato dal Paraclito, ogni sforzo è vano. Per cantare il gregoriano occorre prima di tutto pregare. E la preghiera trasfigurerà le note. Come insegna ancora oggi il mistico Arturo.


13º episódio, 29-4-2014
O canto ao serviço da comunidade - Canto cisterciense, Edição Medicea, Solesmes
- Nomes para o canto gregoriano...
- Ofício rítmico de Santo Francisco, Santo António de Lisboa, Santa Clara, por Frei Juliano d'Aspira.
- Salve Regina solene, tropada.
- Edição Medicea, iniciada por João Pedro-Luís de Palestrina, com 1 tomo Temporal e outro Santoral. Escrúpulo histórico, ou a adaptação ao tempo.
- Intróito In nomine Iesu omne genu flectatur.




Laus Deo

domingo, 2 de fevereiro de 2014

Música própria do 25º Domingo do Tempo Comum / Hebdomada XXV per annum

Próprio autêntico completo (PDF)

Traduções para Português (GDrive)


1ª parte da emissão televisiva "A Dominga com o Papa Bento XVI", dedicada à espiritualidade deste Domingo:



2ª parte da mesma emissão, durante a qual os Cantori Gregoriani cantam o intróito Salus populi Ego sum, dicit Dominus e a antífona Mihi vivere Christus est com o salmo 66:



Intróito Salus populi, cantado pelo eslovaco:




Sôbre este intróito, escreveu o Tiago Barófio:




O gradual responsorial para esta Semana é o Dirigatur:



Aqui na versão portuguesa: Suba a minha oração.




Salmos responsoriais para as Missas feriais desta semana, no ano par: PDF
Salmo 89/90 em MP3.
Salmo 143 em MP3.


Alleluia Salus populi ego sum, aqui entoada pelo francês:




Partitura (PDF) do ofertório Si ambulávero in médio tribulatiónis, com versículo! Eis o refrão, aqui na voz do francês:


-



Comunhão Tu mandasti, aqui cantada pelo eslovaco:




Lêde o comentário de Tiago Barófio a esta comunhão (PDF).

Partituras e gravação de 22-9-2018
ĩt. Salus populi http://pemdatabase.eu/image/11215
al. Notum fecit Dominus http://pemdatabase.eu/image/2458
of. Si ambulavero http://pemdatabase.eu/image/496
cõ. Tu mandasti http://pemdatabase.eu/image/496
hỹ. Pãge lĩgua gloriosi
ãt. Salve Regĩa http://divinicultussanctitatem.blogspot.pt/2011/09/santa-missa-cantada-ao-domingo.html

domingo, 5 de janeiro de 2014

Música própria do 23º Domingo do Tempo Comum / Hebdomada XXIII per annum

Partituras:
Próprio completo (PDF)
Ofertório com versículos (PDF; PDF transposto)

Intróito Justus es Domine.

Justo és, Senhor, e recto é o juízo teu: faz com que ao servo teu [seja dado] segundo a misericórdia tua.
Salmo: Beatos os imaculados na via: os que deambulam na lei do Senhor.





Comentário de Tiago Barófio (facebook, ou em PDF)



O Gradual Responsorial é a Beata gens.

Feliz a gente de quem o Senhor é o seu Deus: o pôvo que escolhe o Senhor para sua herança. V. No Verbo do Senhor os céus estão firmados: e no espírito da bôca d'Êle todas as forças deles.

No Domingo do ano C canta-se Dómine refúgium.
À 4ª feira do ano par canta-se o Áudi fília (MP3).


Canta-se a Alleluia Dómine, exaudi.

Senhor, ouve a minha oração, e o meu clamor a Ti venha.

 

Ofertório Oraui Deum meum.

Orei ao meu Deus, eu, Daniel, dizendo: Ouve, Senhor, as preces dos teus servos: acende a tua face sobre o teu sanctuário: e, [sendo] propício, atende êste pôvo, sôbre o qual foi invocado o teu nome, Deus.





Comunhão Vovete, pelo francês:

Fazei votos, e restaurai o Senhor, vosso Deus: todos os que à volta d'Êle trazeis ofertas: [sôis] terríveis; e eles que trazem o espírito de príncipes: [são] terríveis, diante de todos os reis da terra.



Lêde ainda o comentário de Tiago Barófio a esta comunhão (PDF).

Música do 11º Domingo do Tempo Comum / Hebdomada Undecima per Annum


Intróito Exáudi Domine, cantado pelo eslovaco:



Agora cantado por Pedro Manuel Desmazeiros:




E comentado por Tiago Barófio:
Non è l’unico introito che inizia con la supplica “Exaudi/Ascolta”, Questo canto, tuttavia, è particolare. Dopo essersi rivolto a D-i-o con una forte insistenza sul fa scandito su ciascuna delle tre sillabe iniziali, il cantore avverte di aver preteso troppo e, guidato dalla melodia, si ritrae in un'altra zona del suo essere, del suo pensare, del suo agire.
Il Domine successivo – come pure il Deus verso la fine della supplica – raggiunge il do grave. In questo movimento di poche note che sostengono le prime sei sillabe dell'introito, è scritta la dinamica della vita e della preghiera cristiana. 
Provocato e sorretto dallo Spirito, l’orante s’innalza a D-i-o ad altezze irraggiungibili dall’uomo, pur sempre forte della parrhesia / audacia filiale. In un’altra modalità di coraggio, illuminato dallo stesso Spirito, accetta il proprio stato di estrema precarietà, si pone al livello più basso, terra terra. Il livello dove può ritrovare a pari condizioni il Figlio di D-i-o annullato nella carne palpitante dell'umanità. La tappa del Natale (memoria dell'incarnazione e annullamento del Verbo) nel giro vorticoso della vita si alterna continuamente con la tappa della Pasqua sino al traguardo finale della Visione taborica. 
La certezza di essere non solo ascoltato, ma anche “es-audito”, è vissuta dal cantore nella coscienza che il Padre, nell'udire la preghiera, percepisce e ascolta prima di tutto la voce del Figlio, il primogenito di ogni creatura. La preghiera prorompe in espressioni ravvivate dalla speranza che non è alimentata da calcoli umani e da tornaconti egocentrici. La speranza cristiana s'inoltra nel cammino della sequela di Cristo che non è abbandonato anche quando tutto fa pensare che sia stato ignorato dal Padre ed eliminato dagli uomini, per sempre, senza possibilità di riscatto. L'affermazione del salmo 25 introitale “ne derelinquas me / non respingermi” fa da contrappunto al grido del salmo 21 che sale dal cuore smarrito di Gesù “Deus meus, Deus meus, quare me dereliquisti?/D-i-o mio, sì, D-i-o mio, perché mi hai respinto?”. 
Nella luce della risurrezione del Reietto dalle genti e, apparentemente, abbandonato anche da D-i-o Padre, il cantore dopo attimi – forse giorni o mesi o anni ? – di panico, riesce a raggiungere le profondità abissali del proprio cuore e ritrovare se stesso nell'incontro con Cristo. Alla luce di quanto vive nel silenzio e nella solitudine che riempiono il tempio dello Spirito santo, dopo essere riuscito a mettersi alla presenza di D-i-o, è in grado di concretizzare la sua vocazione e di assolvere alla sua missione profetica: D-i-o ascolta ed esaudisce, è l'aiuto che mai viene meno e mai abbandona i suoi figli, è la salvezza.
La professione di fede del salmo 26, 7 fluisce senza interruzione. È una cascata incontenibile che porta a valle tutta una serie di esperienze e di emozioni strettamente collegate tra di loro. La prima frase “Exaudi Domine … ad te”, con la cadenza sospesa e ribaltata sul fa, esige di essere saldata alle parole successive. La musica con il suo ondeggiare attraverso gli archi melodici fa avanzare la consapevolezza che davvero, come dice la salmodia riprendendo il tema principale della precedente domenica, “Dominus illuminatio mea et salus mea, quem timebo?”.

Partituras:
  • Próprio gregoriano autêntico completo no Graduale Restitutum (PDF)
  • Salmos responsoriais gregorianos simples em português:
    • ano A: Nós somos os pôvo de Deus, as ovelhas do seu rebanho (PDF)
    • ano B: É bom louvar-Vos, Senhor (PDF)
    • ano C: Perdoai, Senhor, minha culpa e meu pecado (PDF)

Partituras e gravação de 16-6-2018:
ĩt. Exaudi Domine...adjutor http://pemdatabase.eu/image/2433
ky. http://pemdatabase.eu/image/4500
gl. http://pemdatabase.eu/image/11612
gr. Bonum est confiteri http://pemdatabase.eu/image/1815 & http://pemdatabase.eu/image/2661
al. Benedicam Dominum http://pemdatabase.eu/image/2459
of. Benedicam Dominum = al.
sã. = ky.
ag. http://pemdatabase.eu/image/4501
cõ. Unam petii = of.
hỹ. Pange lingua
ãt. Salve Regina http://divinicultussanctitatem.blogspot.pt/2011/09/santa-missa-cantada-ao-domingo.html

sábado, 28 de dezembro de 2013

Cânticos do 4º Domingo do Tempo Comum / Hebdomada IV per annum

Intróito Laetétur cor, aqui cantado pelo eslovaco:



Comentário de Tiago Barófio sobre este intróito:
Canto costruito per inclusione, in cui la frase iniziale è sovrapponibile a quella finale. Il testo latino insiste sul tema della ricerca di D-i-o. Esso viene declinato in tre brevi incisi melodici che spaziano dall’apice al punto più profondo, dal la acuto al la grave (quaerentium, quaerite [“considerare” nell’ebraico], quaerite). 
Dopo il triplice richiamo all’adorazione (cfr. le prime tre domeniche del tempo ordinario), con le parole del salmo 104, 3-4 il cantore proclama oggi l’impegno nella ricerca. Ricerca appassionata che coinvolge la persona in tutte le sue fibre. “Si revera Deum quaerit” dice san Benedetto a proposito della verifica da farsi circa l’idoneità dei novizi. In queste poche parole si riassume pure il programma di vita di ogni credente. Cercare D-i-o: sempre e ovunque, senza stancarsi, senza illudersi né compiacersi di averlo forse trovato, non basandosi su calcoli opportunistici ma confidando nella sua misericordia e nelle promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. 
Sì, perché la ricerca di D-i-o non porta necessariamente a trovarlo e a incontrarlo sul piano dell’esperienza sensibile (toccare, vedere, sentire...). Qualora Lo si trovasse nella fede, tale fatto non concluderebbe affatto la ricerca, anzi, provocherebbe una corsa ulteriore, con più slancio, più profonda nostalgia d’assoluto e d’intimità. Qualora non lo si trovasse, nella fede si aprirebbero nuovi cammini, spesso oscuri ed impervi. La salita all’esperienza del Tabor impone il progressivo disfarsi dei pesi inutili, dei progetti velleitari. È una salita che ricalca le orme che si trascinano verso il Golgota, denudati alla sequela di Cristo crocifisso. 
Nessun discepolo del Risorto può illudersi e tanto meno illudere i compagni d’avventura con false e rassicuranti promesse. Nella buona e nella cattiva sorte, la Parola è l’unica lampada che illumina il cammino. La forza dello Spirito è la sola che sia in grado di confortare il pianto, lavare la sporcizia, irrigare l’aridità, sanare i cuori che sanguinano, piegare ciò che è rigido, sciogliere il gelo paralizzante, rimettere sulla giusta careggiata gli sbandati ...
La visione contemplativa è in grado di rasserenare. Scoprire il volto glorioso di Cristo nascosto sotto una faccia macilenta e sporca, dilata l’orizzonte e immette nella vita una boccata di ossigeno. Vivere con generosità l’inserimento in una comunione di ideali con altre persone conosciute e amate: è un fatto che rincuora, cementa l’amicizia, rinsalda e aiuta a superare i momenti di debolezza spirituale e fisica.
Nelle infinte tappe dell’esistenza, prima dell’incontro finale, nella serena e anche sofferta ricerca si può godere una gioia profonda del cuore, la gioia che solo lo Spirito sa donare. Di questa gioia il cantore è chiamato a dare testimonianza, provocato e accompagnato dall’invito rassicurante che lo stesso salmo 104 fa risuonare nella salmodia che conclude l’introito: Confitemini Domino, et invocate nomen eius; annuntiate inter gentes opera eius - Lodate il Signore, invocate il Suo Nome, proclamate fra i popoli le Sue opere (trad. E. Zolli).

Gradual Quis sicut Dominus, cantado pelo eslovaco:





Comentário de Tiago Barófio à Alleluia Adorábo:

Adorabo ad templum sanctum tuum, et confitebor nomini tuo (sal 137, 2) (sol autentico - VII modo)

La melodia in Italia e nel mondo germanico è cantata unicamente sul testo base “Adorabo”, mentre in area francese – secondo Karl-Heinz Schlager – è adattata a due ulteriori testi (“Posui adiutorium” e “Usquemodo non petistis”). Lo slancio iniziale imprime una forte connotazione all’intero brano. In esso emergono, con alcune varianti e contrazioni, una scalata dal FA al mi/fa acuti e una corrispondente discesa. La maggior intensità si raggiunge a metà verso. Un ampio melisma (struttura aab: confitebor) spazia lungo tutta l’ottava FA-fa-FA. La conclusione dello iubilus e del verso propongono una figurazione errata che le edizioni moderne raggruppano in torculus + clivis (3 + 2 note). Occorre rispettare la dinamica modale e i segni neumatici che propongono un pes quassus seguito da un pressus maior (2 + 3 note). Il che di fatto è coerente con tutta la tradizione gregoriana. Essa segnala un’interessante traccia della preistoria della musica occidentale: in contesto cadenzale la nota principale è la III al di sopra della finalis (si pensi alle moderne scale maggiori e minori).
Il cantore ci ricorda oggi due atteggiamenti fondamentali che occorre coltivare per evitare la banalità di un diffuso disimpegno religioso. È una trasposizione, su un piano diverso, di quella banalità del male che si stenta a cogliere nel singolo e nella società. È l’inizio della disintegrazione della persona che trova facili quanto fallaci alibi in collaudate pratiche esteriori e legalismi moltiplicati con il solo intento di creare confusione e proteggersi con una densa coltre di fumo.
Il canto si leva controcorrente. Ribadisce ancora una volta che la fede porta all’adorazione (adorabo) e alla proclamazione della signorìa di D-i-o (confitebor). L’esaltazione del “nome” è la necessaria conseguenza di un incontro che il salmista evidenzia con due semplici vocaboli “confitebor nomini tuo super misericordia tua et veritate tua”. A D-i-o si può pensare in tanti modi, possiamo immaginarcelo in mille proiezioni fantastiche. C’è un'unica visione che regge la prova dell’autenticità contro le innumerevoli insidie con cui siamo tentati di stipulare un patto e avere effimeri vantaggi. È la visione dell’amore misericordioso e delle verità limpida, non contaminata da compromessi. Visione che non è immaginifica, bensì esperienza reale della misericordia e della verità del Padre concretizzate nella persona del Figlio, Cristo Gesù, il Verbo incarnato.
La proclamazione profetica che Gesù è il Cristo benedetto dal Padre, non si riduce a parole e neppure a canti. Diviene adorazione attonita. Nel silenzio siamo tutti prostrati nell’ascolto della Parola, nell’attesa che la luce rischiari la mente. È tutto un levare lo sguardo in alto e ritornare a considerare la nostra precarietà, in un cammino che si fa corsa sempre più slanciata e libera nel seguire la melodia dell’Alleluia. Un canto irrompe nel cuore, il vero tempio dello Spirito, dove siamo chiamati a creare spazi inediti per ospitare D-i-o e tutti i fratelli. Nessuno escluso. 
Confortati dalla misericordia, siamo inviati a propagare questa stesso amore affinché non inaridisca. Illuminati dalla verità siamo chiamati ad annunciarla nonostante tutte le nostre imperfezioni affinché a nessuno manchi la luce dello Spirito.

Comunhão Illúmina fáciem tuam, pelo eslovaco:



Nos Domingos do Ano A, canta-se a antífona Beati mundo corde. Esta antífona recorda as 3 primeiras Bem-Aventuranças do Sermão da Montanha, e pertence ao "Comum dos Santos", isto é àquele grupo de cânticos que se pode cantar na Missa do Dia de um Santo ou Santa. Leiamos a meditação de Bruder Jakob:
Il Missale Romanum propone come antifona di comunione due testi: sal 30, 17-18 (“Illumina faciem tuam super servum tuum..”) e le prime due “beatitudini” (“Beati pauperes spiritu … Beati mites …”: Mt 5, 3-4). Il Graduale ricupera le tre ultime “beatitudini” (Mt 5, 8-10) presenti in un canto, la cui trasmissione è complessa, come si può vedere dal confronto tra il Graduale Romanum e il graduale-comes umbro-laziale conservato a Messina (Bibl. Painiana 19, 9v). Le due melodie si differenziano, pur avendo vari punti identici. 
La recensione musicale del Graduale offre un canto in I modo (re autentico) di stile semplice, costituito da quattro segmenti che terminano con un disegno a chiasmo (re - fa - fa - re). La triplice promessa “Beati” è annunciata con una crescente intensità che sfocia nel terzo “beati” con una tensione derivata dalla preparazione della VII fa-la-do-mi. Il canto si muove riproponendo e alternando due cellule melodiche (sol-la/la-sol e mi-fa/fa-mi). Ciò crea due ambiti di contrasto che impediscono di cadere nella monotonia. 
Il richiamo melodico e la rima delle quattro sezioni cadenzali aiuta a comprendere il discorso della montagna e le implicazioni che ne derivano. “Deum videbunt”: l’incontenibile desiderio di vedere D-i-o e di superare ogni barriera non è proiettato solo nel futuro. Esso trova la sua realizzazione concreta nell’attuazione del Regno che avviene già oggi e qui. In ogni momento, in cui per amore e in nome della giustizia si rimane saldi nella fede e si affrontano le persecuzioni. Dal dileggio istrionico alle tante forme di violenza, sino alla testimonianza estrema, il martirio con la donazione della propria vita. 
La seconda situazione cadenzale inizia con il sottolineare la confessione di fede battesimale “filii Dei vocabuntur”. Chiamarsi ed essere di fatto figli di D-i-o è un atto di giustizia. In primo luogo è la rivelazione di quanto D-i-o sia giusto. Conseguenza obbligata è l’essere noi stessi giusti e operatori di giustizia per rendere presente nella storia l’azione salvifica di D-i-o. 
Beati”: parola chiave del cammino che l’uomo compie sotto lo sguardo vigile, materno e insieme paterno, di D-i-o. Parola che riassume l’esperienza della serenità interiore, della pace dei sensi, di un benessere che attraversa e sorregge l’intera persona. Beatitudine, questa, che nulla ha di passiva e irresponsabile incoscienza, non è frutto né origine di disimpegno sociale. Beatitudine che richiama semplicemente l’abbandono filiale e la fiducia in D-i-o. 
In quest’orizzonte si apre la prospettiva delineata da rav Samson Samuel Hirsch. Nel tradurre il primo verso del salmo 1, al vocabolo tradotto solitamente con “beati” egli attribuisce una diversa valenza da cui emerge la dinamica dell’impegno spirituale. “Alles Fortschritt zum Heil ist des Mannes …” che André Chouraqui renderà con “En marche”. Rav Hirsch continua nel commento “Si tratta di ogni possibile progredire, di tutti i progressi, di progredire in tutte le direzioni. Avanzare/Progredire in tutti i valori desiderabili, questo è il motivo e lo scopo di tutti i pensieri e di tutte le azioni di tutti gli uomini …”. Beatitudine dinamica che trova la sua forza propulsatrice nell’accogliere la Parola, masticarla, ruminarla e assimilarla giorno e notte. Parola che si fa carne e si offre ai beati nel banchetto eucaristico.
Partituras e gravação de 27-1-2018:
in. Laetetur cor quaerentium http://pemdatabase.eu/image/589
ky. http://pemdatabase.eu/image/4500
gl. http://pemdatabase.eu/image/11612
gr. Benedictus Dominus Deus http://pemdatabase.eu/image/22860
al. Adorabo ad templum http://pemdatabase.eu/image/11416
of. Bonum est confiteri http://pemdatabase.eu/image/22865
sa. = ky.
ag. http://pemdatabase.eu/image/4501 
co. co. Illumina faciem tuam = of.
hy. Tantum ergo
an. Alma redemptoris mater http://divinicultussanctitatem.blogspot.pt/2011/09/santa-missa-cantada-ao-domingo.html

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