Sôbre êste intróito, escreveu Bruder Jacob:
Questo introito presenta una struttura musicale particolare con due sezioni corrispondenti; è forte il richiamo alle antifone duplae. Due picchi melodici, inoltre, sottolineano le parole chiave adoret e nomini:
Omnis terra adoret te Deus - 10 sillabe
et psallat tibi - 5
psalmum dicat nomini tuo - 9
altissime - 4
Il testo è tratto dal salmo 65, su cui si basa anche l’offertorio Iubilate Deo universa terra, uno dei canti più appassionati e liberatori di tutto il repertorio liturgico latino.
Stiamo ancora movendo i primi passi nel tempo ordinario. È bene iniziare l’itinerario di fede e del coinvolgimento sociale nel modo giusto. Il cantore avverte la responsabilità di dilatare il proprio cuore e abbracciare l’universo intero, condividere le gioie degli uni e fare proprie le ansie degli altri. Egli profeticamente dà voce alla terra tutta che in parte rimane ammutolita, distante da D-i-o, cieca di fronte alla sua Presenza, sorda alla sua Parola. Di qui un supplemento di attenzione a quanti non riescono o non sanno più rivolgersi a D-i-o.
In mezzo alle catastrofi di scelte politiche e sociali sbagliate – e il prezzo di tanti fallimenti ricade scandalosamente sui più poveri mentre i furbastri irresponsabili spesso (o sempre ?) se la cavano – il silenzio gelido del mutismo è spezzato dal canto. Prima ancora di essere gregoriano o Sequeri, Palestrina o Mendelssohn, sale il canto senza parole del cuore ravvivato dalla Parola, consolato dalla Presenza. Poi si faranno strada i salmi; ma non bisogna aver fretta. È necessario fermarsi prima in un atteggiamento di adorazione.
Adorazione: primato assoluto di D-i-o che eleva la creatura alla sua altezza vertiginosa e la sottrae così alle grinfie del Male che con mille tentacoli cerca di mietere vittime. Adorazione: un abbandono totale alla Misericordia, senza più pensare tanto, senza parole che d’altra parte nulla riuscirebbero a esprimere, almeno per il momento. L’uomo si ritrova nella grande culla della vita che ondeggia da un giorno all’altro sotto il sorriso materno di D-i-o.
Psalmum dicat nomini tuo: il Nome, benedetto e calunniato, cantato e storpiato nell’irrisione blasfema. Nome troppo spesso nominato invano dalle persone “pie” perché ridotto a suono vuoto, guscio inaridito senza più contenuti che palpitano e comunicano vibrazioni di vita. La più grande difficoltà nel cantare i salmi s’incontra non sul piano della pronuncia e del ritmo da imprimere al canto, bensì nel confronto reale con l’Interlocutore. Spesso sostituito da fantasie immaginifiche, sterili costruzioni logiche che appagano, ingannadolo, chi non riesce (più) a pregare e a adorare nella forza dello Spirito il Verbo incarnato, rivelatore del Padre.
Psalmum dicat nomini tuo: pronunciare le parole di un salmo non è facile. Occorre essere liberi perché liberati dallo Spirito. LUI solo ci permette di rivolgerci a D-i-o non con astruse e spesso vuote formulazioni “teologiche”, ma con un’espressione che affiora sulle labbra dei piccini ancora incapaci di parlare: mamma, papà. LUI solo ci prende per mano alla scoperta di Gesù, non tanto il rivoluzionario, quanto piuttosto il Figlio di D-i-o. LUI solo demolisce le barriere dell’orgoglio e le palizzate dell’ignoranza e ci dà l’audacia di costruire la città dell’uomo per realizzare la città di D-i-o.
20-1-2013
Gradual Responsorial Misit Dominus verbum suum (Chants Abrégés): canta-se depois da 1ª Lição.
Depois da 2ª Leitura, o Alleluia é o Laudate Deo omnes angeli eius (Graduale Romanum p.262; Graduale Restitutum), no 4º modo gregoriano, aqui cantado pelo eslovaco:
O cantor canta toda a palavra alleluia; toda a capella repete. Um solista ou um pequeno grupo da capella canta o versículo; toda a capella repete o alleluia. Canta-se apenas depois da 2ª Lição, e não depois do Evangelho.
Sôbre êsta Aleluia escreveu Tiago Barófio:
Laudate Deum/Dominum omnes angeli eius, laudate eum omnes virtutes eius (sal 148, 2) (mi plagale - IV modo)
Il modello è costituito dall’Alleluia Excita, Domine, potentiam tuam (III domenica d’avvento). La melodia viene rielaborata per adattarla al nuovo testo. Dei due nuclei melodici caratterizzanti il canto originale, il primo (una scala ascendente dal Re al la: Alleluia, laudate, eius) subisce una riduzione. Il secondo nucleo è l’arco Sol-la-sib-la-Sol: esso compare con maggior frequenza ed è riproposto sia con varianti (la-sib-la-Sol) sia trasportato (Sol-la-Sol-Fa, Fa-Sol-Fa-Mi…).
L’appoggiarsi successivamente sul la, Sol e Fa crea una tensione orante in tutto il brano che raggiunge il culmine nella sezione centrale del verso: “laudate eum”.
Dopo poche settimane servite a entrare nel cuore della liturgia eucaristica con la ricchezza dei suoi riti e dei suoi testi, il canto odierno è un invito a riflettere sul senso dell’Alleluia nella nostra vita. Nel salmo 148 per un’abbondante dozzina di volte il cantore pronuncia la radice “hll”. Il senso immediato è quello del giubilare, magnificare persone, innalzare lodi a D-i-o. Con la sua insistenza il salmista vuole aiutarci ad andare oltre un’emozione momentanea e al grido alleluiatico che, ebbri di gioia, a volte cantiamo con entusiasmo.
L’Alleluia è anche un’espressione corale musicale. Prima di tutto è una condizione di vita. È un nuovo modo d’esistere alla luce abbagliante, rinnovatrice e salvifica della grazia. Grazia rivolta non solo all’uomo, ma forza che scuote l’intero universo creato per ridestarlo dal torpore mortifero che ha avuto origine dal peccato. Peccato originale dei progenitori, peccato della singola persona, peccato di comunità intere che si ribellano al piano di D-i-o, prima con il rifiutarlo, poi con l’ignorarlo del tutto. La cosiddetta morte di D-i-o è prima di tutto la morte reale della creatura.
Nel ricupero dell’alleanza con D-i-o, nel ritornare verso il paradiso perduto, con la parola dei profeti e con i segni sparsi in abbondanza nel creato, D-i-o “a più riprese e in più modi ha parlato un tempo ai padri” e continua a parlare a ciascuno di noi. Fino al momento in cui ognuno si sente interpellato, avverte che la lettera agli Ebrei, ad esempio, è stata scritta a una comunità del mondo antico affinché potesse essere trasmessa da padre in figlio, da comunità in comunità fino a raggiungerci qui, oggi. Per aprire il cuore e dilatare la mente. È il momento della verità, quando si scopre chi è D-i-o e, di conseguenza, chi siamo noi.
Il cantore senza tregua nella preghiera quotidiana delle laudes ci pone di fronte a uno specchio. È il salmo 148. Cantandolo e ascoltandolo emerge la radice “hll/lodatelo, lodino, lode…”. È l’orizzonte su cui si stagliano le differenti vicende cosmiche e umane: cieli angeli e schiere, sole luna e stelle, cieli acque e terra…, giovani fanciulle e vecchi. Tutti sono uniti nel canto di lode perché la loro stessa esistenza è divenuta lode del Creatore. La voce che sale non è più la preghiera di un individuo e neppure di una comunità. La voce dell’uomo si fa voce di tutte le creature. Una sola voce che esprime un’unica fede e la lode per Chi disse una parola. E tutto fu amato, creato, riscattato, redento.
Alleluia simples para o 2º Domingo do Tempo Comum (scribd)
Podeis também cantar um Alleluia simplificado: escolhemos um dos Aleluias triplos, no mesmo modo, que o Graduale Simplex sugere para ser cantado pelos coros mais pobres. O texto latino é o do G.R., o português é do Leccionário Dominical, e a melodia dos versículos é a entoação salmódica do 4º modo gregoriano.
Ofertório simples para o 2º Domingo do T.C. - Iubilate Deo universa terra
O texto latino é o indicado pelo G.R. (p.227) / Offertoriale Triplex / Graduale Restitutum. A melodia da antífona é baseada na da antífona Iubilate Deo in voce exsultationis, do G.S.. A melodia dos versículos é a da entoação salmódica correspondente à da antífona (7º modo).
Comunhão (ano C) Dicit Dominus Implete hydrias aqua (Graduale restitutum)
Bodas de Caná, Duccio. |
Cânticos que cantámos neste 2º Domingo do T.C., em 2012:
- Antífona do Ofertório Iubilate Deo in voce exsultationis: embora o texto do ofertório desta missa não seja o mesmo (ver em baixo), esta antífona foi a mais parecida que encontrámos no Graduale Simplex.
- Cântico em honra da Virgem Maria Salve Regina (do livrete Jubilate Deo, reprodução da edição vaticana emitida pela Sagrada Congregação do Culto Divino e oferta pelo Papa Paulo VI aos Bispos católicos de todo o mundo em 1974, contendo o repertório mínimo do canto gregoriano; graças ao site Cecilia Schola. O Salve Regina não pertence ao Proprium do 2º Domingo do Tempo Comum, mas optámos por cantar esse hino à Virgem por ser costume nesta paróquia dedicar-lhe um cântico mariano durante o cortejo de saída do presbítero.)
- entre outros.
Partituras e gravação de 13-1-2018:
in. Omnis terra http://pemdatabase.eu/image/22861
ky. http://pemdatabase.eu/image/4500
gl. http://pemdatabase.eu/image/11612
gr. Misit Dominus http://pemdatabase.eu/image/22862
al. Laudate Deum http://pemdatabase.eu/image/22862
of. Jubilate Deo universa terra = gr.
sa. = ky.
ag. http://pemdatabase.eu/image/4501
co. Dicit Andreas Simoni http://pemdatabase.eu/image/1756
hy. Tantum ergo
an. Alma redemptoris mater http://divinicultussanctitatem.blogspot.pt/2011/09/santa-missa-cantada-ao-domingo.html
Fontes e gravação de 19-1-2019:
ĩt. Omnis terra http://pemdatabase.eu/musical-item/44999
ky. http://pemdatabase.eu/image/4500
gl. http://pemdatabase.eu/image/11612
of. Jubilate Deo universa terra http://pemdatabase.eu/musical-item/45003
sã. = ky.
ag. http://pemdatabase.eu/image/4501
cõ. Dicite Dominus: Implete hydrias http://pemdatabase.eu/musical-item/45035
hỹ. Tantum ergo
ãt. Alma redemptoris mater http://divinicultussanctitatem.blogspot.pt/2011/09/santa-missa-cantada-ao-domingo.html